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Franco Bettini in mostra a Palazzo Martinengo 9 novembre – 1 dicembre

FRANCO BETTINI | FONDAZIONE MARTINO DOLCI

In mostra a Palazzo Martinengo
da 9 novembre al 1° dicembre 2019
aperto tutti i giorni 10-12 / 16-19
Inaugurazione: sabato 9 novembre ore 17.30

Ingresso libero

Come di consueto Palazzo Martinengo ospita la mostra antologica, con relativa monografia, della Fondazione Dolci, quest’anno per la prima volta dedicata a un fotografo, Franco Bettini (1927 –1991) considerato uno dei più prestigiosi e sensibili artisti bresciani.
Socio fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1953, del Cinefotoclub di Brescia, è stato uomo di cultura che ha saputo conciliare il suo lavoro di medico con l’amore per la fotografia. Attraverso numerosi successi di critica e di pubblico, ha fatto conoscere le bellezze naturali e storico-artistiche non solo nel bresciano, ma anche fuori dai confini nazionali. Le sue fotografie sono state premiate e pubblicate dalle riviste specializzate di fotografia di tutta Europa.

E spesso tali fotografie rappresentavano scorci o particolari del nostro territorio, distillandone la straordinaria bellezza. Un caso esemplare di come essere europei e cosmopoliti, pur rimanendo legati al proprio territorio.
La sua produzione, dagli anni Cinquanta agli anni Novanta, comprende soggetti della Franciacorta e del Bresciano, ma anche altre zone d’Europa, studi su particolari all’apparenza “banali” come la ruggine o un vitigno, composizioni in studio, la rappresentazione dell’impossibile – il bianco su bianco –, i boschi scandinavi.

Franco Bettini non è stato solo un fotografo, ma ha utilizzato, nell’arco della sua produzione, anche cineprese 8 mm e 16 mm. Filmati di rara poesia – protagonisti anche di ricerche sfociate in tesi di laurea – che si confrontano con la fotografia con esiti sorprendenti. Come hanno scritto di lui, nelle sue immagini vive “una natura mitica, come ritorno alle origini, agli elementi base che la costituiscono.
Troviamo in Bettini un sentimento quasi panico nel suo rapporto con la natura, una percezione profonda del mondo che lo circonda, che porta alla fusione tra l’uomo fotografo e gli elementi naturali. Questo legame conduce noi spettatori ad un viaggio silenzioso di contemplazione e di riflessione, scandito dal gioco di riflessi, dall’armonia delle sfumature, dalle scansioni spaziali che ci guidano per mano all’interno delle immagini”.

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