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PERIFERICHE VISIONI Mostra a Palazzo Martinengo dal 4 al 27 ottobre

“Periferiche Visioni – Suburbs: a study about”, visitabile a Palazzo Martinengo Cesaresco Novarino a Brescia dal 4 al 27 ottobre 2019, prodotta dall’Accademia di Belle Arti SantaGiulia con la cura dei Docenti Paolo Sacchini e Massimo Tantardini e realizzata in collaborazione con la Fondazione Provincia di Brescia Eventi, non è solo una mostra, ma parte di un macro studio di ricerca e azione nato in Accademia SantaGiulia sul tema delle periferie.
Un progetto di ricerca che ha preso il via in fase sperimentale in Accademia SantaGiulia nell’Anno Accademico 2015/2016, momento in cui l’Accademia ha avviato un processo metodologico con la prospettiva di connotarsi attraverso un proprio stile nel modo di trattare alcuni grandi temi della polis internazionale che sono fondanti la contemporaneità. Nel caso specifico l’argomento centrale – la questione delle periferie – è stato inserito nella didattica dei corsi tramite le cattedre di Scenografia, nei moduli specifici di Antropologia Visiva e di Metodologia della Ricerca condotti da Massimo Tantardini. Il Progetto e la mostra sono parte essenziale delle politiche e delle attività di internazionalizzazione di Accademia SantaGiulia: tale ricerca, nata inizialmente dallo studio dell’area urbana di Brescia, si è poi allargata ad altri spazi nazionali ed internazionali, avviando un vero e proprio “scambio di informazioni e prassi” che ha permesso ad Accademia di farsi capofila di una più ampia riflessione sulla visione delle
periferie nel mondo. Al progetto, oltre agli studenti di Accademia SantaGiulia, hanno lavorato cinque realtà accademiche e universitarie europee ed una extraeuropea: École Supérieure des Arts Saint- Luc (Bruxelles, Belgio), Escuela de Arte y Superior de Diseño de Murcia (Murcia, Spagna), Escuela de Arte y Superior de Diseño Gran Canaria (Isole Canarie, Spagna), Uniwersytet Warminsko-Mazurski w Olsztynie (Olsztyn, Polonia), Uniwersytet Zielonogórsky (Zielona Góra, Polonia) e Silpakorn University (Bangkok, Thailandia).

La mostra a Palazzo Martinengo raccoglie oltre 150 lavori realizzati dagli studenti delle diverse istituzioni con diverse tecniche, tra cui fotografie, immagini, video, grafiche, disegni, opere visive, progetti. L’obiettivo è focalizzare l’attenzione del pubblico sulle riflessioni attorno al concetto di Periferia, ponendo – in particolare – il problema di come riallineare centri, periferie e province. Le aree fuori dal centro non possono più essere altro rispetto allo spazio di vita reale degli individui. Non siamo noi a guardare le periferie, ma sono loro che, oggi, osservano noi, in perfetta
sintonia con alcuni principi essenziali della cultura visuale contemporanea che fanno delle aree periferiche un fenomeno reale dell’immaginario, una percezione della realtà che modifica la realtà stessa mentre la connota. Questo progetto nasce con la vocazione di ricercare l’identità dei luoghi negli spazi urbani più distanti dal centro; un centro che non va inteso unicamente come spazio architettonico, ma anche e soprattutto come luogo dell’accadimento. Le periferie non sono uno spazio extratemporale, anche lì la realtà si modifica attraverso le azioni degli uomini nel tempo. Il percorso di mostra si snoda a partire dalla “periferia” intesa soprattutto come spazio, per virare in seguito verso un orizzonte più intensamente umano, nel quale emerge invece – specialmente – l’aspetto della vita all’interno della periferia. Così, dopo un’apertura che riproduce l’atmosfera del laboratorio creativo e di studio (e che traduce
visivamente, in qualche modo, le dinamiche di ricerca che hanno condotto alla nascita del progetto all’interno della didattica dell’Accademia SantaGiulia), le sale di Palazzo Martinengo ospitano in primo luogo lavori a carattere per lo più documentario – benché sempre connotati da uno sguardo trasversale e vivacemente narrativo – che propongono un’ipotesi di mappatura delle caratteristiche innanzitutto “spaziali” della periferia, evitando tuttavia gli stereotipi secondo i quali oggi, per lo più, si tende a guardare ad esse, per far emergere semmai concetti più sottili,
quali ad esempio quelli di vuoto, di identità, di intramoenia/extramoenia (i quali peraltro si danno in accezioni sensibilmente diverse a seconda del luogo in cui si trovano, perché è naturale che la periferia bresciana non sia esattamente identica – al netto di una pur consistente similarità innanzitutto concettuale – alla periferia di Bangkok o a quella di un’isola come Gran Canaria). Nella seconda parte del percorso il focus della mostra si sposta progressivamente sugli abitanti della periferia, la cui presenza è dapprima allusa da oggetti che rimandano più o meno esplicitamente al loro passaggio e alla loro quotidianità, e poi più direttamente testimoniata dai loro
corpi, dalle loro voci o dai segni concreti della loro esistenza, in un’atmosfera che si carica ora di malinconia e ora di ironia, giungendo sino a far emergere inaspettate scintille di spiritualità. In questo modo, il visitatore è accompagnato in un viaggio che si conclude con opere che – pur non rinunciando affatto a documentare – si connotano soprattutto per il carattere sognante ed intensamente emotivo, attraverso il quale si intende proporre una insolita chiave di lettura sul fenomeno per così dire “sfocato” delle periferie.

Orari di visita:
Giovedì e venerdì 15:30/18:00
Sabato e domenica 10:00-13:00/14:00-18:00
Apertura speciale notte bianca sabato 5 ottobre 18:00/23:00

Ingresso libero

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