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EXSICCATA | Agostino Perrini

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EXSICCATA

AGOSTINO PERRINI

Palazzo Martinengo – Via Musei, 30 Brescia

Inaugurazione: venerdì 6 ottobre ore 18

7 ottobre – 29 ottobre 2017

Orario:
giovedì e venerdì dalle 16 alle 19
sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19

Ingresso libero

Dal 7 al 29 ottobre la Fondazione Provincia di Brescia Eventi ospita a Palazzo Martinengo “Exsiccata”, la personale di Agostino Perrini, a un anno dalla morte.
Artista bresciano, Perrini (1955 – 27 ottobre 2016) ha preparato con entusiasmo e fatica negli ultimi mesi della sua vita questa mostra che raccoglie una selezione delle sue opere dal 2013 al 2016.

La mostra, che verrà inaugurata venerdì 6 ottobre alle ore 18, raccoglie lavori che si snodano attorno ad alcuni temi oggetto di riflessione nel corso degli ultimi anni: le mappe, su cui si muovono i passi dell’esplorazione; le spine, da cui nascono forme di vita acuminata; il vuoto, inteso come spazio circoscritto; gli ultimi erbari.

I suoi sono erbari inventati, fantasmatici, recisi alla radice, erbari fatti di piccoli alberi: fiori della memoria attraverso i quali Perrini indaga in modo severo le ragioni poetiche e la capacità lirica del segno e del colore di cogliere ciò che non si può vedere, ma solo intuire, come le pulsioni emotive, le intermittenze del cuore, le striature dell’anima. La sua arte, che impasta colore e poesia, è mossa dalla necessità d’inseguire il ritmo emotivo e spirituale della trasformazione della materia in luce e ombra, e del segno in flusso di scrittura interiore, per approssimarsi alla verità dell’io e del suo rapporto con l’altro da sé.

Sulle tele, ma anche trama stessa della carta sulla quale Perrini opera attraverso il segno e la parola, aculei, spine, e più recentemente foglie e fiori: germogli recisi che, disidratati, sperimentano una nuova vita senza linfa nelle teche alchemiche dell’arte.

Perrini riporta in mostra la poesia di Lorca che lo ha sollecitato e ispirato nel suo lavoro sugli “erbari dell’anima”: «In gran segreto un amico / mi indica l’erbario dei rumori». Il poeta spagnolo è forse l’amico che ha svelato all’artista l’erbario dei colori perché questi potesse figurarlo. Innanzi alle sue opere l’occhio di chi guarda è allora quello del «viaggiatore dei giardini» che con malinconico incanto apre l’essiccatoio vegetale dell’anima e percepisce «i colori errabondi svenire sopra l’erbario».

Agostino Perrini dopo il diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia con lo spazialista Edmondo Bacci nel 1977 inizia a collaborare ed esporre con la Fondazione Bevilacqua La Masa. Nei primi anni ‘80 ha intrapreso un rapporto di collaborazione con i critici Claudio Cerritelli e Dino Marangon. Negli anni ‘90 ha fondato lo spazio autogestito per l’arte contemporanea “l’Aura” a Brescia. Dal 2000 ha insegnato tecniche pittoriche all’Accademia di Belle Arti “SantaGiulia”, ha collaborato come illustratore con diverse case editrici e come grafico per alcuni studi creativi.

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